Il mappamondo: Cuba, Hasta la victoria siempre?

Guantanamera Guajira gantanamera
yo soy un hombre sincero de donde crece la palma
y antes de morirme quiero echar mis versos del alma ….

Sono questi i primissimi versi di una famosissima canzone che tutti i turisti che vanno a Cuba hanno ascoltato almeno un centinaio di volte durante le loro due settimane di vacanze nella “Perla del Caribe”(e chi scrive non ha fatto eccezione) .
Le parole ad un primo ascolto esprimono solo il desiderio di fare una serenata ad una bella contadina di Guantanamo ma in realtà la canzone , ispirata ad una poesia del patriota cubano Josè Martì (monumenti a lui dedicati sono disseminati in tutta l’isola ad iniziare dall’aeroporto internazionale dell’ ‘Havana ; un suo monumento si trova persino all’ EUR), ha come sfondo le lotte per l’indipendenza di Cuba dalla Spagna .

Ma cos’era Cuba prima della rivoluzione ? cosa è oggi? ma la domanda che si rincorre tra le vie di Miami , sede della “diaspora cubana anticastrista “, è : cosa sarà Cuba domani ?
molti ne hanno scritto e qui c’è spazio solo per alcune veloci considerazioni che non possono non tenere conto anche delle impressioni che personalmente ha avuto chi scrive.

Si suole far iniziare la storia del’isola con l’arrivo degli spagnoli nella fatidica data del 1492 .
I colonizzatori trovarono una terra vergine abitata da tribù di indios (Taino, Siboney) di cui oggi rimangono solo poche tracce in qualche museo e nel nome di qualche famosa spiaggia o villaggio turistico .
Gli spagnoli sostituiranno , ben presto , i gracili indios con i più resistenti africani ,il cui durissimo lavoro nelle assolate piantagioni di canna da zucchero farà la fortuna di pochi grandi latifondisti.
Nell’ottocento la classe dirigente ispano-cubana inizierà a rivendicare maggiore autonomia dalla Spagna , fino allo scoppio delle due guerre d’indipendenza che sanciranno l’indipendenza dell’isola sostenuta dagli Stati Uniti e che sarà riconosciuta da Madrid solo alcuni decenni più tardi.
Cuba entra cosi a far parte del cortile di casa di Washington subendone una fortissima influenza . L’economia cubana passa rapidamente di mano dagli spagnoli agli americani .
Tutto sarà in mano a ricche famiglie nordamericane : l’agricoltura, la nascente industria turistica ,la manifattura del tabacco e del rum , le miniere di nichel, le ferrovie e persino i servizi pubblici .
Cuba diverrà il centro del gioco d’azzardo legalizzato e della prostituzione, alimentati dal turismo americano.
Alla popolazione di colore, discriminata ,verrà vietato l’accesso in alcuni eleganti quartieri della capitale come quello del (definito cosi non a caso) “Vedado” .
In definitiva la sovranità nazionale verrà fortemente condizionata dall’ambasciatore americano a L’Havana.
L’ultimo dittatore filo americano sarà Fulgencio Batista (un militare salito al potere con un colpo di stato anni prima). Questi , sconfitto dai “barbudos” del giovane Fidel Castro (figlio di proprietari terrieri originari delle isole Canarie) scesi dalla Sierra Maestra, sarà costretto a sloggiare in tutta fretta dal palazzo presidenziale di L’Havana la notte di capodanno del 1959 portandosi con sé ,poco elegantemente , l’oro dello Stato.
Oggi il maestoso palazzo è diventato il museo della “Revoluciòn” dove i turisti , in cambio di alcuni “pesos convertible”(la sola moneta utile ad acquistare beni “turistici”e “di lusso”) possono aggirarsi scattando foto alle mirabilia di quello che i cubani oggi , più o meno convintamente, chiamano “El Triunfo”. La sala più fotografata è senz’altro quella che ospita “El Rincon de Los Cretinos” dedicata a Batista , Reagan e Bush .

Cuba è oggi un paese molto diverso dai paesi che gli stanno attorno .
Il tasso d’istruzione è mediamente alto e l’analfabetismo è inesistente anche tra gli anziani .
Non è una scena rara vedere bambini con le loro divise rosse e bianche aggirarsi disciplinatamente per strada di ritorno da scuola . L’università è accessibile e gratuita per chi vuole continuare gli studi ma agli universitari si richiede in cambio un periodo di ” lavoro e studio” da prestare in favore dello Stato (si richiede loro anche un periodo di lavoro nelle piantagioni). I libri sono vecchi (la carta proviene dal Canada) e le strutture spesso lasciano a desiderare ma la preparazione è ottima ..
Si dà molto peso alla cultura e professori e maestri sono assai rispettati. L’arte e la cinematografia cubana sono rinomate in tutto il Latino America (è possibile ricordare qui solo il film “fresa y chocolate” del 1994 ).
Tutti (anche i non cubani) hanno diritto alle cure mediche gratuite ; i medici cubani , preparatissimi, devono tuttavia affrontare una grave carenza di strutture e di medicine dovute in parte all’onnipresente embargo e in parte alla mancanza di fondi . Il governo cubano spesso utilizza tali risorse umane (medici e insegnanti) come uno “strumento di politica estera” nei suoi rapporti con altri paesi (non solo sudamericani, in primis il Venezuela , ma anche africani) .
Significativamente nella vicina e poverissima Haiti è diffuso il proverbio ” aprè bondye se doktè kibenyo” cioè “dopo Dio ci sono i medici cubani”.
L’isola inoltre vanta il più basso tasso di mortalità infantile fra i paesi dell’area.
Nelle strade cubane si può passeggiare con un certo grado di tranquillità e sicurezza , anche la sera , contrariamente ad altre situazioni “vicine” (Venezuela, Nicaragua, Haiti ) dove il tasso di criminalità è spaventosamente alto.

fine prima parte…
Dario
Qui trovate le precedenti puntate della rubrica di Dario:
  1. Sud Sudan – Hakuna Matata?
  2. Somalia – Una nazione che non c’è più

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