Ren, la realtà invisibile cinese che manipola 9,000 mld$.

Ren Ren, la realtà invisibile cinese che manipola 9,000 mld$.
NdAND: Su richiesta del professor Mela ri-posto questo articolo passato su RC circa un mese fa. Buona lettura
Chi fosse superstizioso non legga questo post: tratta un argomento che dicono porti jella, di cui non si dovrebbe mai parlare.
Ren in mandarino significa professionista allo stato dell’arte, e l’omonima Associazione raccoglie in modo del tutto informale il Gotha dei cinesi residenti all’estero ed attivi nel settore finanziario. Tutte persone serie e riservate, con quozienti intellettuali a capacità di lavoro del tutto sopra la norma, lauree conseguite in Università prestigiose e Master altrettanto impegnativi, emolumenti consoni alle loro capacità. 600-700 persone come Zhu Min, consigliere speciale dell’FMI oppure Li Lu, il quarantacinquenne braccio destro di Warren Buffet, dirigenti di Bank of America, Deutsche Bank, Lazard, Merrill Linch, Morgan Stanley, etc. A prima vista potrebbe trovare analogie con i Knights of Columbus oppure con una qualche associazione di stranieri residenti.
E’ del tutto lecito che ogni tanto si vedano, ricordino la patria e le loro tradizioni, che parlino di affari pur sempre nel rispetto delle rispettive collocazioni lavorative.
Tuttavia, a latere e ad essa connessa, sussiste un’organizzazione che si dice essere stata ideata da Xi Jinping e concretizzata da Liang Wengen, il cinquantacinquenne miliardario cinese fondatore del Sany Group, che anche per questo successo é stato da poco cooptato nel Comitato centrale del PCC, come già accadde per Zhang Ruimin e Li Yi.
E’ un’organizzazione che coordina, ma frequentemente ordina tout court, i cinesi residenti all’estero e le loro attività. E’ il braccio esecutivo del sistema burocratico preposto allo stesso scopo, che però si concentra principalmente sulla gestione delle realtà domestiche in appoggio a quelle estere. E’ implementato a struttura fortemente piramidale, ove ciascun membro conosce il suo diretto superiore e le persone che coordina, ciascuna delle quali a sua volta ne coordina un altro piccolo gruppo. Quasi non vi sono osmosi trasversali.
Dal ristretto knot centrale si dipartono knots continentali, nazionali, provinciali, cittadini: sfilacciatura nella quale si articolano ramificazioni settorializzate e specializzate. Ogni knot periferico di una certa entità tende a dotarsi di figure professionali di seconda generazione, bilingue per mandarino e lingua locale, scelti ed indirizzati con rigidissimi criteri meritocratici: questi formano il corpo degli avvocati, commercialisti, medici etc. ai quali faranno riferimento le comunità cinesi all’estero.
L’azione svolta é tipicamente quella cinese: strategica con una visione a lunghissimo termine, cui si associa una straordinaria duttilità operativa nel coordinamento delle risorse. I layers terminali di questa rigida gerarchia sono invece stimolati ad esprimere al meglio le proprie qualità, godendo della più ampia libertà tattica.
Imperativi generalizzati sono prudenza e discrezione. I contatti con i non cinesi devono limitarsi al momento della transazione di un prodotto: approvvigionamenti e know-how siano esclusivamente sinici.
La colonizzazione cinese dell’industria tessile di Prato é un esempio da manuale di come agisce l’Associazione Ren. Rigidamente autoreferenziale, dapprima saprofita, nel medio termine è riuscita ad imporre il proprio standard lavorativo, grazia sia alla determinazione sul lavoro sia al network cui fa capo, che la ha supportata di interconnessioni ancor più che di competenze e capitali. La colonia cinese in questa città forma una entità a sé stante, quasi senza alcun contatto con gli autoctoni, é del tutto invisibile e trasparente, sembrerebbe priva di nascite e di morti: rifugge come la peste ogni qualsiasi cosa possa dare nell’occhio. Lavora e basta.
Negli ultimi tempi la Ren ha aperto un nuovo fronte, la cui importanza potrebbe diventare fondamentale nel volgere di qualche lustro. I cinesi diventati benestanti nei diversi paesi nei quali sono emigrati – parliamo qui su scala mondiale – sono sollecitati ad investire, direttamente od indirettamente, in titoli azionari ben selezionati. Si forma così una miriade di piccoli o piccolissimi azionisti, apparentemente scollegati tra loro, ma che in qualsiasi momento potrebbero essere riuniti in un sindacato, che deterrebbe una ragionevole quota del flottante. In alcuni casi già si potrebbero delineare quote che determinerebbero la presenza di membri nel cda. In quest’ottica, ecco che taluni attacchi a gruppi settorializzati di titoli potrebbero assumere un aspetto ben diverso dall’usuale speculazione, perché sarebbero stati indotti per determinare un crollo di alcuni titoli che quindi la periferia, preventivamente allertata, potesse rastrellare a prezzi di saldo.
gsm
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