Elezioni Amministrative 2009: Lecce (2)

Molti di noi ricordano ciò che dissero i vertici del PDL mesi fa: il nome da candidare alle provinciali di Giugno sarebbe stato trovato entro e non oltre Natale, per evitare gli errori determinanti del 2004, che avevano influenzato la sconfitta. Invece neanche nell’uovo pasquale si è trovata una candidatura certa.
Quello che fino a poco tempo fa sembrava certo, sta per finire nel dimenticatoio: nelle ultime settimane tutto sembrava convergere sul nome dell’ex PD ed ex primo inquilino di Palazzo dei Celestini, Lorenzo Ria, mentre oggi la sua possibile candidatura assume i contorni del “caso”. Sì, perché, oltre alle polemiche intestine al centrodestra e alla recente affermazione della senatrice ex-An Adriana Poli Bortone (in campo per il terzo Polo), che ha sostenuto nell’eventualità di un ballottaggio di non appoggiare il PDL se il suo candidato fosse Ria (ex uomo del centrosinistra).
C’è stato ora un ultimo colpo di scena: Ria si è rifiutato di prendere la tessera del PDL ed ora le strade tra lui e la candidatura potrebbero diventare più impervie: si spiegherebbero in questo modo i continui ritardi sulla ufficializzazione attesa da diversi giorni.

L’altro caso politico di gran rilevanza è il cosiddetto “laboratorio” di Brindisi, ossia la grande e trasversale convergenza di UDCPDIo Sud attorno al nome del candidato alla presidenza provinciale di Massimo Ferrarese, numero uno della locale Confidustria. Questo fatto ha rimescolato nuovamente le carte, generando nuovi malumori nel centrodestra salentino, che ora grida allo scandalo e al tradimento. Accordo che potrebbe aprire scenari interessanti ed inediti in tutta la Puglia ed ovviamente anche nella provincia di Lecce. Alleanza che però ha creato lo scontento di tutta la sinistra non-PD brindisina pronta a votare un candidato alternativo. Eventualità che però non dovrebbe aver ripercussioni sul centrosinistra leccese.
La questione che si pone è, dunque, capire quanto sia effettivamente percorribile la strada del Terzo Polo, alleato, in un eventuale ballottaggio col centrosinistra leccese. La stessa Adriana Poli Bortone, con la propria discesa in campo, ha lanciato un appello alle forze del PDL, affinché aderissero alla sua candidatura, ma, pur ribadendo la propria storia di “donna di destra”, non ha chiuso le porte a nessuno, chiarendo come il proprio movimento voglia aprire a chiunque si riconosca nell’opzione meridionalista. A scombussolare ancora di più la situazione c’è anche il fatto che il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, potrebbe escluderla dalla giunta comunale: “Chi non sostiene il PDL, va fuori dalla giunta”.
Nel frattempo, il PDL, cerca di sondare (senza successo) altre piste: prima Ugo Lisi, ultimo presidente della federazione leccese di An, il quale ha sempre detto di non voler scendere in campo; Antonio Gabellone, capogruppo di Forza Italia in provincia che però pagherebbe il dazio della poca notorietà; Luigi Lazzari, che avrebbe dalla sua una certa esperienza, maturata in qualche anno di attività parlamentare ed una maggiore popolarità sul territorio, non sarebbe però una candidatura propriamente di “primo pelo”ed anche lui è ormai influenzato dalla “sindrome Lisi”, ossia la non volontà di mettersi in gioco nella sfida per Palazzo dei Celestini; Francesco Bruni, per un decennio sindaco di Otranto, e per cinque consigliere di opposizione; Silvano Macculi, sindaco uscente di Botrugno e presidente dell’Ato Le2.
La non scelta del PDL potrebbe finire per prestare inesorabilmente il fianco a chi ha già evidenziato questa “debolezza” nel PDL, e rischierebbe di portare gli elettori di destra a disertare le urne o a convergere su Adriana Poli Bortone.

Intanto la Capone stigmatizza l’attenzione dei media “tutta incentrata su un chiacchiericcio politico che non fa bene e, mi pare, non interessi a nessuno” e su un “gossip nel quale non sono mai entrata e nel quale continuo a non voler entrare”, ribadendo come non abbia ancora “altri candidati con cui confrontarmi sul Salento, sul suo sviluppo e sulle sue esigenze. E dunque – precisa Capone – mi paiono strane le discussioni su primo turno, secondo turno, ballottaggio quando l’unico dato certo al momento è la mia candidatura ufficiale sostenuta dal centro sinistra”. E, per il momento, nessuno potrebbe darle torto. Infatti lavora da tempo alla composizione delle liste che la supporteranno: si parla di otto liste anche se non si escludono ulteriori forze in campo. Anche dal Terzo Polo nessuna novità: l’eurolady Poli Bortone cerca sempre di più di muovere l’entusiasmo verso la svolta meridionalista tra i suoi molti simpatizzanti.

C’è un aggiornamento anche su un capitolo a sé di questa fase politica, quello identificato ormai come “transumanza”: Luigi Pepe lascia l’UDC per approdare alla Puglia prima di tutto, siglando di fatto la pace con Fitto e company. Pepe, che, nei mesi scorsi, era stato indicato come il primo nome dell’UDC per Palazzo dei Celestini, si sarebbe sentito tradito dalla decisione del partito di sostenere il nome di Stefàno, a cui poi si è preferita la Poli. Si chiude, per il momento, un percorso, che aveva già visto l’ex esponente Udeur, migrare dal centrodestra al centrosinistra, dopo essersi visto escludere da una candidatura: adesso si completa il percorso opposto.

A questo punto sono costretto a togliere la provincia Salentina dalla colonna PDL LEANING e passarla sotto quella Toss-up.

Questo perché, benché creda che il cdx sia strutturalmente maggioranza nella mia terra, il PDL non è ancora presente nella competizione elettorale vera e propria cosa che potrebbe provocare altri cinque anni di opposizione al centrodestra leccese.

Mauro De Donatis

Tags: