FEDERALISMO FISCALE: le spiegazioni e le posizioni di Governo e PD

PRESENTAZIONE DEL DECRETO SUL FEDERALISMO FISCALE

Con l’approvazione del decreto legislativo sul federalismo fiscale da parte del Consiglio dei Ministri qualche giorno fa si aggiunge un altro tassello al completamento della riforma sul federalismo fiscale.
La riforma, definita epocale dal ministro Tremonti in una conferenza stampa tenuta questa mattina a Palazzo Chigi insieme al ministro Calderoli, è costituita da otto diversi decreti legislativi che garantiranno trasparenza dei flussi finanziari, dei finanziamenti e dei servizi.
Meno tasse, meno sprechi e più efficienza, all’insegna del “vedo, pago, voto“: è questa in sintesi il principio base su cui si fonda la riforma; “il federalismo – ha sottolineato Tremonti – non è solo una questione di soldi ma di coscienza civile, perché educa i cittadini a giudicare direttamente l’operato degli amministratori e quindi a premiarli o penalizzarli al momento del voto”.

DETTAGLIO DEI DECRETI SUL FEDERALISMO E SPIEGAZIONE “GOVERNATIVA”

1.FEDERALISMO DEMANIALE (D. LGS. N. 85 del 2010)
Sviluppa la valorizzazione del patrimonio pubblico, attribuendo i beni ai territori dove questi si trovano: è un’importante opportunità per rivedere e per potenziare le possibilità di utilizzo di un patrimonio spesso, specie nel passato, trascurato o messo a reddito in maniera inadeguata.
Senza aggiungere nuove tasse, si potranno recuperare risorse dalla valorizzazione di beni prima improduttivi.

2.FABBISOGNI STANDARD ENTI LOCALI (D. LGS. N. 216/2010)
I “Fabbisogni Standard” sono il costo efficiente di un servizio.
Sostituiscono la “spesa storica”, espediente per finanziare anche l’inefficienza. Più spendevi e più eri premiato. Li sta determinando la Società per gli studi di settore-Sose. Saranno pubblicati sul sito web di ogni Ente Locale, tra il 2011 e il 2013. I cittadini potranno controllarne il rispetto. Spesa più razionale = meno sprechi e meno tasse.

3.ROMA CAPITALE (D. LGS. N. 219/2010)
Il decreto, attuativo della delega contenuta nella legge sul federalismo fiscale, configura l’ordinamento provvisorio di Roma capitale, in attesa dell’attuazione della disciplina delle città metropolitane. Nasce, dunque, in luogo del comune di Roma, l’ente territoriale “Roma capitale”, di cui sono disciplinati gli organi di governo: Assemblea capitolina, Giunta capitolina e Sindaco.

4.FISCO MUNICIPALE (D. LGS. APPROVATO ).
Si passa dalla finanza derivata a quella autonoma, sostituendo oltre 11 MLD di trasferimenti statali annui – assegnati in base al criterio irrazionale della spesa storica – con tributi propri e compartecipazioni. Si riforma così la finanza locale alimentata, oltre che dai trasferimenti, da ben 18 fonti di gettito (dall’Ici alla “tassa sull’ombra”). Vengono eliminate o accorpate ben 10 delle 18 attuali forme impositive. Le imposte locali diventano “tracciabili”.
Dal 2014, alcuni tributi statali sono assorbiti nelle imposte municipali propria e secondaria, senza aggravio per il contribuente. Il decreto sul fisco comunale riduce però anche le altre imposte: con la cedolare secca l’imposizione sui redditi da affitto passa al 19% e al 21%, rispetto a un’aliquota che oggi può superare il 40%. Le imposte sui trasferimenti immobiliari vengono ridotte dell’1%.
Il decreto non introduce nuove imposte. L’addizionale comunale all’Irpef, di cui il decreto sul fisco comunale dispone semplicemente lo sblocco graduale dello 0,2%, è stata introdotta nel 1998 dal I Governo Prodi, con aliquota allo 0,5%, e poi portata, con la finanziaria 2007, allo 0,8% dal II Governo Prodi. Lo stesso vale per l’imposta di scopo, introdotta nel 2007. L’imposta di soggiorno deriva dalla riforma costituzionale del 2001 (v. Corte cost. sent. n. 102 del 2008) Fondamentale è il raccordo con i fabbisogni standard. Prima un Sindaco poteva facilmente aumentare l’addizionale Irpef e il criterio della spesa storica non consentiva alcun controllo agli elettori. Già da fine 2011 un Sindaco che spende più dei nuovi fabbisogni standard non potrà facilmente aumentare l’addizionale comunale. Tutti potranno vedere e valutare le spese sul sito web del Comune. Si afferma il controllo del cittadino sulla spesa inefficiente: vedopago-voto.
I Comuni avranno accesso all’anagrafe tributaria, al catasto elettronico, e ad altre informazioni utili a fare emergere l’evasione sugli immobili. Tratterranno da subito il 50% dell’extra gettito prodotto. Con i risultati della lotta all’evasione potranno costruire asili o scuole. Lo stesso vale per le “case fantasma” (gli immobili mai accatastati). Le sperimentazioni di collaborazione tra Comuni e Agenzia delle Entrate hanno dato risultati eclatanti, ad es. un proprietario di 8 case che non presentava dichiarazione dei redditi.

5. Autonomia fiscale degli altri enti territoriali (d. lgs. in itinere)
Vantaggi fiscali per i contribuenti: L’IRAP potrà essere azzerata. L’addizionale Irpef regionale potrà tener conto dei figli a carico. La compartecipazione IVA sarà legata al riscosso sul territorio e non più, come oggi, ai consumi Istat che premiano chi evade. Costi standard della sanità: forte solidarietà, ma evidenza degli sprechi che oggi costringono a penose migrazioni sanitarie. Viene scritta la parola “fine” sui ripiani statali del passato, a spese di tutti i contribuenti italiani (es. quello di ben 12 MLD attuato dal
Governo Prodi nel 2007).

6. Perequazione infrastrutturale (d. lgs. in itinere)
In coerenza con il Piano Sud è diretto a rimuovere gli squilibri economici e sociali del Paese, superando i gravi ritardi nell’utilizzo dei fondi comunitari. Finanzia grandi progetti infrastrutturali. Si effettua – non era mai stata fatta prima – una ricognizione completa dei deficit infrastrutturali. E’ fondamentale per individuare gli interventi necessari e evitare la dispersione di risorse in mille rivoli e interventi inutili o spesso solo clientelari.

7. Armonizzazione dei bilanci (d. lgs. in itinere)
Nel 2008 la contabilità della sanità della Calabria si è rivelata completamente inattendibile. Alcuni Presidenti di Regione hanno impiegato mesi per calcolare il vero deficit ereditato dalla gestione precedente. Il decreto permetterà finalmente disporre di bilanci pubblici omogenei, elaborati con le stesse metodologie contabili. I bilanci saranno pubblicati in modo comprensibile a tutti su internet, permettendo veri confronti.

8. Premi e sanzioni (d. lgs. In itinere)
Introduce premi per i virtuosi e sanzioni per gli inefficienti. Tra queste il “fallimento politico” per chi dissesta un ente locale: se la Corte dei Conti accerta la responsabilità del politico scatta l’ineleggibilità per 10 anni ad ogni carica elettiva. Riguarda anche il Presidente di Regione che viola piani di rientro sulla sanità e porta per 2 anni al massimo l’addizionale Irpef (3%). Il suo partito subisce il taglio del 30% del finanziamento pubblico.


VIDEO SULLE PROPOSTE IN TEMA DI FEDERALISMO FISCALE DEL PD

Il senatore Luigi Vimercati, il deputato Antonio Misiani e il professor Alberto Zanardi dell’Università di Bologna hanno spiegato le proposte del PD in tema di federalismo fiscale, in un incontro con la cittadinanza a Sesto San Giovanni nel 2009. Il video e’ vecchiotto, ma aiuta a capire le proposte del Partito Democratico in materia e risulta uno dei video piu’ chiari e fruibili in rete.



LE RAGIONI DEL NO AL DECRETO SUL FEDERALISMO MUNICIPALE

”Il Pd in Commissione Bicamerale ha votato ”no” alla proposta di decreto sul federalismo municipale per solide ragioni di merito. Primo, perche’ si mortifica l’autonomia finanziaria dei Comuni, poiche’ l’impianto e’ fatto principalmente di compartecipazioni ad imposte erariali (all’Irpef, alle imposte sulle transazioni immobiliari, alla cedolare secca sugli affitti). Secondo, perche’ cittadini ed imprese vengono gravati da ulteriori imposte: aumenta l’addizionale comunale all’Irpef; arrivano l’imposta di soggiorno e l’imposta imposta di scopo; raddoppia l’Ici, ridefinita Imu, su immobili ad uso aziendale di artigiani, commercianti e piccoli imprenditori. Terzo, perche’ non c’e’ nulla per il sostegno alle famiglie in affitto, mentre si fanno grandi sconti fiscali per i rentier immobiliari attraverso la cedolare secca al 21%”. Lo afferma Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, sottolineando che ”la Lega un tempo si definiva movimento di popolo. A forza di frequentare Arcore e’ stata messa al servizio di lor signori e ha tradito il federalismo”.
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