Il Pugno del Partito: Voodoo tech

Tutti noi viviamo circondati dalla tecnologia, e tuttavia non ne comprendiamo fino in fondo le implicazioni. Per esempio, siamo convinti che l’informatica, o Information Technology, sia nient’altro che il frutto di una nuova rivoluzione industriale, come lo furono all’epoca la macchina a vapore, l’elettricità o il motore a scoppio. In realtà si tratta di qualcosa di molto più sinistro, come quest’articolo del Pugno mostrerà.
Per dimostrare la nostra tesi ci serviremo di una serie di esempi, paragonando l’IT a una branca dell’ingegneria classica, la Meccanica (ma si potrebbe invece utilizzare l’Elettrotecnica, l’Idraulica…). Alla fine di ogni esempio si enuncerà una legge. Nel seguito, M sta per meccanica e IT per informatica
  1. Tutti gli oggetti tecnologici si rompono. Tuttavia, le procedure per la riparazione degli oggetti M e degli oggetti IT sono profondamente diverse. Non si può riparare un oggetto M senza capire quale sia il guasto, o eseguendo una serie di operazioni casuali e sconnesse. Se la macchina si ferma in panne, nessuno comincia a chiudere o aprire i finestrini, togliere l’autoradio, scendere e risalire con la speranza di farla ripartire. Questa è invece la procedura standard per gli oggetti IT, in particolare i computer. Se un PC si blocca, daremo inizio ad una serie di azioni illogiche (spegnere applicazioni, chiudere finestre, scollegare periferiche) che di solito si concludono con il rimedio finale: spegnere e riaccendere il PC. Queste procedure possono funzionare oppure no, ma se anche riescono a risolvere il guasto, lo fanno senza essere passati attraverso la comprensione della sua natura. La riparazione consiste nell’esecuzione di un rituale il cui senso ci sfugge. Enunciamo perciò la Prima Legge: negli oggetti IT causa ed effetto sono legati in modo imperscrutabile.
  2. La tecnologia IT evolve in modo talmente rapido ed imprevedibile da renderla apparentemente estranea a  qualsiasi legge fisica. Anche a voler ignorare la famosa legge di Moore, che dice che il numero di transistors nei processori raddoppia ogni 18 mesi (conoscete un altro sviluppo tecnologico che avvenga con progressione geometrica?), consideriamo il caso del doppino telefonico. Fino a qualche anno fa fa i collegamenti Internet con il doppino avvenivano alla velocità di 56 kB (ovvero 56 mila bytes) al secondo. Poi si è passati a 128, poi a 640, a 1200. Oggi molti provider forniscono ai propri clienti collegamenti a 20 MB (1 milione 200 mila Bytes) al secondo. In Giappone, ci avvertono, offrono già collegamenti a 50 MB/sec. Questo non è progresso tecnologico: sono le avventure del barone di Munchausen. Chi si sente di fare una previsione sulla velocità di trasmissione nel 2020? 1 GB (1 miliardo di Bytes) al secondo? 10 Miliardi? 1000 Miliardi? C’è un limite alla capacità del doppino? Qual è? Immaginate ora la stessa progressione nella velocità del vostro scooter (oggetto M). Ne avete comprato uno che va a 56 km/h, poi ne è uscito uno da 128 km/h, poi uno da 1200, ora ve ne offrono uno da 20000 km/h, ma i Giapponesi, il diavolo li porti, ne hanno già che vanno a 50000 km/h (mi raccomando il casco). Lo stesso discorso si può fare con la capacità dei DVD, la velocità dei telefonini e così via. Non abbiamo perciò timore ad enunciare la Seconda Legge: gli oggetti IT non osservano le normali leggi della Fisica.
  3. Vi è mai successo che un esperto di Meccanica, a voi del tutto sconosciuto, si introduca nottetempo nel vostro garage e vi saboti la macchina, per il puro piacere di farlo? No? Neanche a noi. Però vi è sicuramente successo che un esperto di IT mai visto né sentito vi abbia infettato il PC con un virus. Cosa fate a questo punto? Andate su Internet e scovate un altro esperto sconosciuto che ha preparato un antidoto, lo ha messo gratis a vostra disposizione e vi risolve il problema. Se riflettete su tutto ciò, non avrete difficoltà a riconoscere la verità della Terza Legge: nell’universo IT agiscono Forze Maligne e Benigne al di là della nostra comprensione.
  4. Quando un ingegnere va a progettare oggetti di tipo M in un’azienda, una delle prime cose che impara è questa: mettici il minimo indispensabile. Il motivo è chiaro: ogni aggiunta costa, pesa, ingombra, si può rompere. Qualche volta magari riuscite a togliervi uno sfizio e contrabbandare una levetta che vi piace troppo, ma in generale il capo progetto vi terrà gli occhi addosso. Ora aprite Excel e consultate la guida Online.  Sono previste funzioni mai sentite tipo il seno del numero complesso, l’ultimo prezzo in periodo irregolare o questo carattere: dftryuiroe . Conoscete qualcuno che abbia mai usato questo carattere? Forse lo userà una persona su 10000. Credete che il vostro capo progetto vi farebbe mettere su una moto una cosa che userà un cliente su 10000? Quelli della Microsoft ce le mettono tutte, e naturalmente il sistema diventa mostruosamente complesso e si pianta (vedi punti 1 e 5). E voi comprereste a caro prezzo una lavatrice che ha 1000 bottoni, 995 dei quali non userete mai? Riconoscete dunque la validità della Quarta Legge: gli oggetti IT non seguono le leggi del Mercato.
  5. Se un ingegnere di mette una spia su un macchinario, normalmente quella spia porge un messaggio comprensibile (hai finito la benzina, hai la cintura di sicurezza slacciata) ed allo stesso tempo suggerisce implicitamente un rimedio (metti la benzina, allaccia la cintura). Immaginate che nel mettere la freccia a destra sul vostro cruscotto appaia il messaggio: “Il coefficiente di attrito volvente del cuscinetto dell’albero a camme ha raggiunto il valore di 0,05 (v. disegno n° 574 del sottogruppo distribuzione). La macchina verrà spenta”. Non pensate che sarebbe ora di dire due parole al vostro concessionario? Eppure se si verifica un problema sul PC, normalmente appare un messaggio così congegnato:
“Run time error n° 0x662d328d. La memoria 0x011120000 è read anziché write”. Talvolta si ha la variante Darth Fener: “Si è verificato un errore irreversibile 0x332d418j. L’applicazione corrente verrà terminata”. A volte ancora quella fatalista-partenopea: “Potrebbe essersi verificato un errore xxxyyy678”. Certo, potrebbe. O forse no. Questi messaggi fanno riferimento ad istruzioni in assembler e codici d’errore di cui sono al corrente forse due persone al mondo (quelli che hanno scritto il programma), che sono comunque inaccessibili all’utente e non suggeriscono alcun rimedio possibile. Sinceramente, non si capisce perché non vengano sostituite da un semplice: “Scusate, ci sono dei guai, adesso ci tocca spegnere il programma, ma voi lo potete riaccendere”. A meno, naturalmente, di ammettere l’esistenza della Quinta Legge: I tecnici IT si esprimono in modo volutamente oscuro per tenerci in uno stato di soggezione e timore.
  1. La civiltà occidentale ha alle sue basi le regole della logica formale dettate da Aristotele nel IV sec. A.C. Tale logica ha come suo strumento principale il sillogismo. Perché sia possibile un sillogismo, è necessario poter stabilire delle regole generali (ad es. Tutti gli uomini sono mortali) da cui poi si parte per operare delle deduzioni (Socrate è uomo, etc.). Ora, quando si parla di PC è impossibile enunciare delle norme generali. Se al mondo c’è un miliardo di PC, essi sono, come gli Italiani per Longanesi, un miliardo di casi particolari. Ad esempio, nel mio portatile se si apre Photo editor, poi non si apre Internet Explorer. Nel mio desktop il lettore CD alla 16a canzone (non la 15a, non la 17a, la 16a) si pianta e bisogna riavviare tutto. Queste cose non succedono in nessun altro PC del mondo, credo. Quindi l’unica legge generale che possiamo enunciare è la Sesta Legge: gli oggetti IT non rispettano le leggi della Logica Formale.
Ricapitoliamo dunque: gli oggetti IT non seguono le leggi della Logica Formale, della Fisica, del Mercato, della Causa ed Effetto. Sono governati da Forze al di là del nostro controllo, e progettati da esseri che posseggono un Sapere arcano e che vogliono tenerci in uno stato di superstizioso timore. Tale Sapere si trasmette attraverso rituali di cui nessuno conosce il significato preciso.
Questo non è il modello epistemologico dell’Ingegneria o della Scienza. La sola disciplina con queste caratteristiche è la Magia Nera.
Se quindi vostro figlio dimostra attitudine al calcolo, alla logica, al pensiero razionale, iscrivetelo pure ad Ingegneria. Ma se lo sorprendete che evoca Satana, sacrifica galli neri o pianta spilloni in una bambola, non chiamate l’esorcista.
Ha un futuro alla Microsoft.

Nunzio

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