Spagna, il PP è in testa ma…

La notizia ha tenuto banco negli scorsi giorni. Zapatero ha ceduto alle pressioni di stampa e opinione pubblica, ha annunciato le proprie dimissioni e chiesto al re Juan Carlos di sciogliere la camera e portare il regno di Spagna ad elezioni anticipate. La situazione economica spagnola non è felice. La disoccupazione è schizzata al 22% e quella giovanile arriva al 44%. Nel frattempo il debito pubblico è schizzato dal 36% del PIL prima della crisi del 2008 al 60% attuale, e il rapporto deficit-PIL è passato dal +1,9% del 2007 al -9,2 dello scorso anno. Molti incolpano l’esecutivo di Zapatero per i risultati negativi degli ultimi anni, e di conseguenza la popolarità del premier spagnolo è crollata, producendo il clamoroso KO alle elezioni regionali e comunali della scorsa primavera, con roccaforti come Extremadura, Castiglia La Mancha e Barcellona che crollavano dopo decenni di dominio socialista. I socialisti rispondono accusando due leggi dei governi di Aznar, la “ley de suelo” del 1998 e la “reforma laboral” del 2002. Secondo i socialisti sono state queste leggi a produrre la bolla immobiliare esplosa in questi anni, una bolla che ha prodotto qualcosa come 400mila case vuote. Si potrebbe però chiedere ai socialisti come mai negli ultimi sette anni non abbiano apportato correttivi a queste leggi. Fatto sta che ci vorranno almeno 15 anni per riportare i tassi di disoccupazione ai livelli pre-crisi. Ad affrontarsi per prendere il posto di Zapatero il leader popolare Mariano Rajoy, già sconfitto da Zapatero per due volte, e il ministro degli interni Alfredo Rubalcaba. I sondaggi danno i popolari di Rajoy in grande vantaggio, i post-franchisti potrebbero anche riuscire a ottenere da soli la maggioranza assoluta alla camera bassa. Per CIS il vantaggio dei popolari è di sette punti, mentre la “COPE” e la “Razon” hanno pubblicato sondaggi molto più tetri per il PSOE che vedono i popolari con un vantaggio di 15 punti. Molti però ritengono che la partita non sia affatto chiusa come i sondaggi sembrano far presagire. E’ opinione diffusa che Rubalcaba sia un candidato molto più forte di Rajoy. Possiamo citare alcuni precedenti che ci potrebbero indurre a dar credito alla tesi A che vuole i post-franchisti vincere sul velluto, Rubalcaba o non Rubalcaba, e alla tesi B secondo cui la maggior poplarità personale di Rubalcaba possa ribaltare i pronostici e, se non portare il PSOE alla ribalta, possa quantomeno limitare i danni e ridurre la vittoria popolare a una vittoria di Pirro

Precedente Tesi A-recenti elezioni portoghesi
Pochi mesi fa il vicino Portogallo, in situazione ancora più critica della Spagna, è andato alle urne in anticipo a seguito del crollo del governo di Socrates. I sondaggi però sembravano suggerire una rimonta socialista a scapito della coalizione di centro-destra PSD-PP che non avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta a causa della scarsità del candidato premier Passos Coelho. Nonostante questo però le urne hanno consegnato al centro-destra una maggioranza molto più amplia delle previsioni, con 132 seggi su 230. Insomma, nonostante un candidato debole come Passos-Coelho, il centro-destra lusitano ha comunque beneficiato della situazione economica che ha penalizzato pesantemente l’esecutivo socialista.
Precedente Tesi B-elezioni spagnole 1996
Nel 1996, dopo 14 anni di governo socialista molti erano convinti che Aznar e il PP si avviassero verso una facile vittoria. Il governo di Gonzalez nell’ultimo mandato era stato travolto da una lunga serie di scandali. Dopo due sconfitte consecutive quindi Aznar sembrava destinato a vincere in carrozza. Non fu così però. La sera dello spoglio si trasformò in un testa a testa all’ultimo voto. Vinse Aznar, ma fu una vittoria di Pirro ottenuta per 300mila voti e con la quota magica di 176 seggi ben lontana che costrinse l’esecutivo popolare a venire a patti con le formazioni regionali. Questo precedente ha in comune con la situazione attuale la riproposizione di un candidato sconfitto ben due volte da parte del PP (Rajoy come Aznar), e la ricerca tramite elezioni anticipate da parte dei socialisti di una clamorosa rimonta.
Quale di questi precedenti si concretizzerà la sera del 20/11? Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto le due dame di ferro della politica spagnola, la governaterice popolare di Madrid, Esperanza Aguirre, e la pupilla di Zapatero, Carme Chacon attendono alla finestra, pronte a chiedere la testa dei rispettivi candidati premier in caso di sconfitta.
Giovanni
Tags: