I Pirati salvano Frau Merkel. Verso il ritorno della Grosse Koalition?

La Germania si sa, è nell’occhio del ciclone. Berlino è sempre più la capitale d’Europa e da Berlino dipendono, piaccia o non piaccia, i destini del nostro paese e continente e quindi occorre interessarsi costantemente su quanto accade da quelle parti. La coalizione governativa di Angela Merkel è fortemente impopolare, e a pagare sono soprattutto i liberali della FDP, partner minori della Bundeskanzlerin. I liberali tedeschi per cercare di salvare la pelle e non scendere sotto l’asticella del 5% stanno cercando di darsi all’euroscetticismo. Già, pure in Germania ci sono dei malpancisti nelle file della maggioranza cristiano-liberale, malpancisti che sono sempre più critici riguardo i salvataggi dei PIIGS e che, fosse per loro, si riprenderebbero il Marco domani mattina lasciando i porcelli al loro destino, e come loro la pensa una larga e trasversale maggioranza di cittadini teutonici. Sebbene il maggior beneficiario della moneta unica sia stato proprio la Germania, e sebbene un default a catena dei PIIGS metterebbe a repentaglio il sistema bancario teutonico che sui PIIGS è esposto per 500 miliardi di Euro, una cifra pari al 16% del PIL (ovviamente il tutto senza contare la questione dei famigerati CDS che sono una bomba atomica ad orologeria) l’opinione pubblica tedesca avrebbe una gran voglia di sfasciare una Unione Europea che non ha mai particolarmente amato. Un paradosso se volete, ma l’opinione pubblica tedesca il matrimonio con il resto dell’UE non l’ha mai digerito e avrebbe una gran voglia di un divorzio quanto mai breve, costi quel che costi. I malpancisti han provato a tendere un agguato poche settimane fa quando il Bundestag si è espresso sull’ampliamento del Fondo Salva Stati. Dato che l’opposizione rosso-verde, Linke esclusa, aveva assicurato l’appoggio all’ampliamento dell’EFSF la questione non era il passaggio dell’EFSF, ma se la maggioranza cristiano-liberale fosse risultata auto-sufficiente. L’agguato è fallito, le defezioni dalle fila della maggioranza sono state “solo” 15, 11 dalla CDU-CSU e 4 dalla FDP. Anche senza i 15 franchi tiratori i cristiano-liberali manterrebbero la maggioranza al Bundestag con 315 seggi su 622. Una situazione abbastanza ingarbugliata, a cui si aggiunge lo scarso consenso che hanno i partiti governativi nei sondaggi, uno scarso consenso confermato dai risultati disastrosi ottenuti alle sette tornate regionali di quest’anno. SPD e Verdi però, negli ultimi tempi non sembrano in grado di avere i numeri per sostituire l’attuale maggioranza. La coalizione rosso-verde nelle ultime rilevazioni non è in grado di raggiungere una maggioranza “a prova di Linke”. Diamo un’occhiata alla media degli ultimi sondaggi e alle proiezioni dei seggi parlamentari, tra parentesi la differenza con il risultato del 2009
CDU-CSU 32,7% (-1,1)
SPD 29,3% (+6,3)
GRUNEN 15,3% (+4,6)
PIRATEN 8,0% (+6,2)
LINKE 7,3% (-4,6)
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FDP 3,7% (-10,9)
Altri 3,7%
Proiezione Seggi
CDU-CSU 211
SPD 189
GRUNEN 99
PIRATEN 52
LINKE 47
Dando un’occhiata ai numeri si nota una, per certi versi clamorosa, tenuta dei partiti cristiani che perdono pochissimo rispetto al voto del 2009. A pagare l’impopolarità dell’esecutivo è quasi esclusivamente la FDP che, dal massimo storico del 2009 precipita sotto l’asticella del 5% rischiando di sparire dal Bundestag per la prima volta nella sua storia. SPD e Grunen insieme però non riuscirebbero a ottenere nemmeno il 45% e si fermerebbero a 288 seggi su 598, 12 in meno della maggioranza assoluta. A far saltare il banco, che fino a qualche mese fa sembrava dare quasi per scontata la vittoria rosso-verde e l’elezione alla cancelleria federale del social-democratico Peer Steinbruck, è l’esplosione del “Partito dei Pirati”. I media mainstream si sono accorti di questa formazione dopo il loro clamoroso ingresso al parlamento del land di Berlino, dove al loro esordio si sono accreditati di un sorprendente 8,9%. Già nel 2009 i “Pirati” erano stati i migliori tra gli esclusi col loro 1,8%. Chi siano e cosa vogliano ancora non è chiaro, anzi a vedere la sorpresa e lo sgomento con cui i giovanissimi leader di questa formazione hanno commentato il sorprendente botto berlinese, forse che cosa siano per ora non lo sanno nemmeno loro. La tematica che ha portato alla ribalta la formazione teutonica è internet e l’opposizione a politiche liberticide sulla rete, ma per il resto le loro posizioni rimangono un mistero. Nonostante tutto quindi, coi numeri attuali, Frau Merkel rimane la favorita per mantenere la cancelleria. Un indizio di come la SPD si stia orientando verso una riedizione della Grosse Koalition lo si può avere da ciò che è accaduto nel land di Berlino. Dopo le elezioni di settembre sembrava scontato che il borgomastro social-democratico Klaus Wowereit imbarcasse i Verdi in una classica coalizione rosso-verde, ma ad un certo punto le trattative con la capolista ecologista Renate Kunast sono saltate a causa di divergenze insanabili sul prolungamento dell’autostrada A-100. “La SPD non voleva una coalizione, voleva una resa senza condizioni” ha commentato amaramente la Kunast. Saltato il tavolo con gli ecologisti, Wowereit sta ora trattando con la CDU per una Grosse Koalition. Solo un avvenimento locale, o il segnale che gli alti papaveri social-democratici si stanno orientando verso un nuovo accordo con la Merkel? Alle elezioni federali comunque mancano ancora 2 anni e tutto può avvenire, ma ad oggi un ritorno della Grosse Koalition appare di gran lunga l’esito più probabile delle prossime consultazioni teutoniche.

Giovanni

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