Rischiocalcolato.it: Il Punto della situazione

NdAND: Post magistrale del nostro amico Funnyking. Mi permetto solamente di evidenziare in rosso la parte che ritengo più interessanti. Buona lettura
Credo sia il momento di mettere tutti insieme i fatti che descrivono l’attuale situazione economica e finanziaria in Europa e in Italia:
Partiamo dall’Europa, per farlo vi prego di considerare quest post di Dream Theater apparso su Intermarket and More:

Facciamo la somma delle parti:
a) Una Grecia fallita,* (le ultime parlano di un taglio di capelli del 75%)
b) un Portogallo che è immondizia e rischia di finire abbandonato a se stesso,
c) l’Italia che potrebbe subire ulteriori revisioni di rating al ribasso (uscirà nelle prossime ore un interessante analisi del sottoscritto con un incrocio di rating e CDS), e che deve sperare nell’incondizionato appoggio della BCE, con i suoi acquisti sul secondario.
d) una Francia che per ora perde una A (da AAA a AA+) ma che in futuro potrebbe anche peggiorare,
e) un’ Ungheria che fa acqua e si affida all’FMI,
f) un sistema bancario dell’Eurozona schiavizzato dalle regole dell’EBA che costringe a repentine ricapitalizzazioni che NON risolvono il problema e che, in questo momento, generano solo ulteriore speculazione, senza dimenticare le difficoltà presenti a racimolare denaro,
g) e poi la crescita economica che manca,
h) la crisi di liquidità, con il denaro che continua a viaggiare verso i forzieri di Bruxelles (per la cronaca, ennesimo nuovo record dei depositi in Bce al tasso dello 0.50%, pochi ma almeno sicuri e senza rischi…)
ECB%20Deposit%201.16 Il Punto della Situazione
Bene, ho fatto terrorismo? Ahimè mi sa proprio di no… Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente si, non me ne vogliate, a quest’ora capita… Credo però di essere stato concreto e di aver tracciato un disegno di puro realismo. E diffidate da chi vi dice che la giornata di ieri in borsa è stata positiva ed i mercati hanno reagito bene al downgrading massivo. In realtà, i danni sono stati devastanti. Ma non era quello che forse le agenzie di rating volevano?
E ora… nuovo LTRO…
La situazione si sta autoalimentando e si sta perdendo il controllo della situazione. A febbraio sarà di nuovo LTRO. C’è chi parla di possibili 600 miliardi chiesti alla BCE, e chi invece addirittura di 1.000-1.200 miliardi di Euro.
Euro confusione totale. Cifre colossali che rappresentano innazitutto la paura del sistema e delle banche, che ricorrono in Bce anche se non c’è impellente necessità. Del doman non v’è certezza. E di oggi si sa solo che, sommando le carte, è già di per se un gran casino…

Intanto girano voci… Euro 2, Euro di serie B, fine dell’Euro…

ftblog1901 Il Punto della Situazione

 

E ora facciamo il punto sull’Italia:
Il giudizio delle agenzie di rating, sia sull’Italia che su altri paesi vale meno della carta straccia. Il downgrade avviene costantemente in ritardo, certifica la realtà e non da alcuna indicazione utile per prendere decisioni di investimento.  Che poi esista un uso politico del rating è auto-evidente, meno facile invece è capire a vantaggio di quale esatto gruppo di potere.
Mettiamola così:

-di certo il downrating non viene usato spesso contro il sistema bancario, specie quello  americano, Lehaman, Aig, Fanny e Freaddy  erano Investment Grade il giorno che dichiararono la bancarotta. 
-di certo è più facile subire un taglio del rating o essere considerati perma-junk se non si appartiene alla schiera dei paesi occidentali politicamente corretti (es. Venezuela)
-di certo in caso di crisi esistono gli editori anche per quello che riguarda le “agenzie di rating” che dopotutto sono società private, a questo propsito vi suggerisco questo illuminante articolo del prof. Sandro Mela

 

Detto questo, la domanda che dobbiamo farci sull’Italia è :
L’Italia oggi è in grado di andare sul mercato privato (qualcuno lo chiamerebbe libero) a fare rifinanziare il suo debito in scadenza? La risposta è NO.
Se non ci fossero continui interventi della BCE attraverso acquisti di Bond sul mercato secondario o meccanismi di Backdoor financing quali il sistema LTRO che ha garantito alle banche finanza facile (anzi soldi regalati) in cambio della promessa a partecipare alle aste di titoli sul mercato primario,ebbene, l’Italia (come pure la Spagna e forse anche il Belgio oltre che ovviamente Portogallo, Irlanda e Grecia)  sarebbe già ufficialmente in bancarotta.
I privati cittadini, i fondi pensione, i fondi di investimento NON vogliono il nostro debito pubblico, almeno non lo vogliono in una quantità sufficiente e a tassi sostenibili (per noi). L’Italia è sussidiata ed è sotto tutela politica, lo è in misura minore rispetto ad altri paesi ma lo è. E su questo non devono esserci dubbi.
Per colmo, sono gli stessi cittadini italiani che non vogliono comprare il proprio debito pubblico. Se è vero che il patrimonio privato degli italiani è N volte il debito pubblico è evidente che la fiducia degli italiani nello stato come “buon debitore” stia sotto zero. Altrimenti lo Stato non avrebbe tutte queste difficoltà a piazzare il suo debito.
Cosa riserva il futuro?
Dal punto di vista della capacità dell’Italia a piazzare il proprio debito pubblico tutto dipende dalla volontà della BCE e dei partners europei ad acquistarlo, o a farlo acquistare, attraverso un operazione politica. (tradotto: o creando moneta/inflazione o tassando i cittadini europei)
Dal punto di vista dell’economia reale italiana, io non ho mai visto  una situazione talmente negativa e fosca. Il punto di rottura sta nel pretendere che i cittadini italiani in grado di farlo, continuino a produrre ricchezza venendone così tanto espropriati dallo stato.
A meno che non si pensi che le aziende pubbliche possano sostituirsi all’economia privata,pensiero legittimo e con molti padri (peccato abbia sempre portato alla miseria più nera), oggi non esiste alcuna possibilità per l’economia italiana di crescere.
A mancare non è solo una situazione internazionale favorevole, ma soprattutto un’eccezionale situazione interna sfavorevole. La verità è che in Italia non è mai stato pensabile fare impresa essendo regolari con fisco e burocrazia. Fino a poco tempo fa il sistema si è retto su una finzione. Lo Stato ha tollerato che le imprese e i privati evadessero e/o eludessero quelle che sono leggi criminogene (cioè che generano criminalità), per stare sul mercato e continuare a produrre.
Da quando l’Italia non ha più avuto “il privilegio” di ribaltare nuovo debito sulle generazioni fututre il giocattolo si è rotto. La classe dirigente cialtrona e parassitaria che vive di spesa pubblica, anzichè fare un passo indietro, ha preteso  il rispetto di norme fiscali, burocratiche e giuridiche che sono incompatibili con qualsiasi ipotesi di crescita economica.
Il risultato è che i migliori italiani, quelli che producono ricchezza netta, non sussidiata dallo Stato, sono costretti a chiudere, ridurre il proprio giro di affari o a trasferirsi in altri stati appena oltre le Alpi. per questo stiamo andando in bancarotta. Lo stato può anche confiscare, perseguire e azzerare i cattivissimi “evasori fiscali”. Ma non li può costringere a produrre alle sue condizioni. Eliminati loro, ci rimarrà una giusta redistribuzione della miseria.
Voi fareste impresa in Italia, rischiereste il vostro capitale, mettereste un’ipoteca sulla vostra casa per farvi finanziare e aprire un’impresa in Italia. Dai siamo seri? Ma di che stiamo parlando.
Tags: