Attenzione! Il crollo dell’immobiliare significa il crollo dell’edilizia e del suo indotto.

Giuseppe Sandro Mela
 Il Castello di Carte.
                 Giovanni Baudo ci sta abituando ai suoi report sobri di commenti a dati self-evident.
                «Eccoci all’ormai consueto aggiornamento dei dati forniti da CRIF. -44% il dato sui mutui di gennaio 2012 vs gennaio 2011» scrive giusto questa mattina su Rischio Calcolato. -47% vs gennaio 2010: in due anni il mercato si é semplicemente dimezzato.
                Tuttavia questo dato potrebbe essere inserito in un ben più vasto consesso. La sofferenza del settore immobiliare determina una intensa sofferenza sia del comparto edilizio sia di tutto il suo indotto.
                Il crollo delle nuove costruzioni comporta la perdita di centinaia di migliaia di posti nell’edilizia in senso stretto, ma colpisce come una mazza ferrata l’indotto.
                Si dimezza la produzione di cemento e tondino, tubature, di cavi elettrici, di sanitari, di infissi, di piastrelle e rivestimenti, di mobilio e così via.
                E’ forse troppo presto per tentare di trarne un bilancio attendibile, la le stime della perdita globale di produzione dovrebbe sfiorare quasi il 3% del Pil. Con tutte le sue conseguenze, ad iniziare da una diminuzione del gettito fiscale e tributario, da un incremento ulteriore della disoccupazione, dal fallimento di realtà produttive peraltro sane per proseguire con un qualcosa di ancora peggiore.
                Si iniziano a notare con sempre maggiore frequenza quei segni di inquietudine, di insofferenza, di rabbia sorda e profonda che, se non sottoposte ad un rigido controllo, porteranno sempre più l’Italia ad avvicinarsi alla situazione greca. La differenza tra democrazia e dittatura sono cinque o sette pasti saltati.
                 Documentazione.
«ASCA) – Roma, 16 feb – Il Comitato di presidenza Ance dichiara lo stato di default del settore edile e lancia un appello al premier Maio Monti per sbloccare i pagamenti e rivedere il patto di stabilita’. Il Comitato di presidenza dell’Associazione nazionale dei costruttori edili, riunitosi oggi a Roma, si legge in una nota, ”ha dichiarato lo stato di default del settore, stretto tra l’assenza di efficaci politiche di sviluppo, invocate da tempo e non ancora messe in campo, l’aggravarsi di una restrizione creditizia patologica e senza precedenti, e l’acuirsi del grave fenomeno dei ritardati pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche, soprattutto per effetto del patto di stabilita”’.
”Un quadro allarmante che ha spinto il Comitato – prosegue la nota – a dare mandato al Presidente, Paolo Buzzetti, ad appellarsi al Presidente del Consiglio, Mario Monti affinche’ si attivi immediatamente, coinvolgendo Ance, Banca d’Italia e Abi per mettere in campo misure capaci di ridare liquidita’ alle imprese di costruzione ridotte ormai allo stremo. Sblocco dei pagamenti e revisione del patto di stabilita’ interno fra gli interventi considerati prioritari dall’Ance. Dall’inizio della crisi a oggi solo nell’edilizia si sono persi circa 400 mila posti di lavoro e migliaia sono le imprese che stanno chiudendo i battenti”.»
 gsm
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