La Nuova Grande Depressione. Poscia, più che ‘l dolor, poté il digiuno.

Giuseppe Sandro Mela

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Doré. Incisioni per la Divina Commedia. Il Conte Ugolino.

                Come dovevasi dimostrare, i fatti stanno dimostrando che le attese non erano errate, anzi, erano fin troppo ottimistiche.

                «La Spanair sospende i voli e gli scali spagnoli piombano nel caos. La compagnia aerea low cost ha deciso questo passo dopo il fallimento delle trattative per l’acquisizione del 49% da parte della Qatar Airways», così riferiva il Sole24Ore del 28 gennaio. Di conseguenza, 2,000 dipendenti di volo e 1,200 di terra sono rimasti disoccupati.

                Il momento è difficile, anche perché questo fallimento avviene nel bel mezzo dell’inizio della Nuova Grande Depressione, ed il un Paese che ha già 5.27 milioni di disoccupati, quasi il 22.85% della forza lavoro. Il fallimento sarebbe valutato a circa 300 milioni, ma non ci si stupirebbe se la cifra dovesse aumentare, e di molto.

                E’ di oggi la notizia che i tremila dipendenti «sono stati contatti dalle compagnie aeree Vueling e Ryanair per un posto di lavoro, in vista dell’ampliamento delle loro rotte dopo il fallimento della compagnia spagnola». Tuttavia «a quanto riferisce il quotidiano Elmundo sul sito, gli stessi dipendenti rimasti a terra hanno respinto le proposte in quanto considerate miserabili». Però, prosegue il Sole24Ore, molti di loro hanno accettato le proposte, per le quali «il salario base offerto dalle due compagnie low cost è di circa 600 euro netti al mese per il posto di ausiliario di traffico».

                 Una considerazione appare doverosa.

                Se i dipendenti Spanair avessero a suo tempo accettato le proposte di limitazione dei salari per consentire alla società di passare un periodo tormentato di forte contrazione del lavoro, ed avessero anche accettato una certa quale riduzione del personale, verosimilmente adesso né sarebbero sul lastrico né dovrebbero accontentarsi di un salario da sopravvivenza. Senza tener conto dell’indotto che generava la Spanair.

                Diciamo questo senza alcun senso di compiacimento, anzi.

                Ci si rammarica che si debba essere arrivati a questi punti per capire come stanno le cose nella loro cruda realtà.

                La difesa ad oltranza di presunti diritti, al di là di ogni ragionevole buon senso, porta inevitabilmente alla perdita di qualsiasi diritto, alla rovina. Là dove sarebbe stato possibile un accordo dignitoso, adesso non esistono più soluzioni praticabili. Per cercare di mantenere una situazione di reale e concreto privilegio, adesso quei dipendenti devono soggiacere alle leggi del mercato e ringraziare se qualcuno ancora si offre di dar loro seicento euro al mese, almeno fino a tanto che sarà possibile.

                «Chi troppo vuole, nulla stringe» recitava un proverbio dei nostri nonni.

                 Questo caso dovrebbe essere valutato con cura anche dai sindacati e dai lavoratori nostrani.

gsm
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